Quando non c'è energia non c'è colore non c'è forma non c'è vita (Caravaggio)
Mentre Giotto fu il fondatore della lingua visiva italiana dando forma, prospettiva e sofferenza ai suoi soggetti e mostrando che la sofferenza ha diritto di esistere e di immagine, la poetica del Caravaggio è la rappresentaione della realtà dura e cruda anzi "aumentata ". Uno stile il suo, originale e anticonformista, volto a creare nuovi punti di vista. E' colui che meglio riesce a rappresentare ciò che solo i sensi possono comprendere: il desiderio, la paura, la violenza, il dolore, l’estasi e la sensualità.
Il dipinto in questione rappresenta la Conversione di San Paolo sulla via di Damasco dove GesÙ gli ordina di non perseguitarlo e di diventare invece suo testimone. Una caduta da cavallo senza la luce. Nelle braccia aperte di Saulo la rappresentazione simbolica del momento in cui sta avvenendo il passaggio da una vita all'altra. La chiamata di Cristo avviene hic et nunc. E' luce divina, simbolo della Grazia, che irrompe nelle tenebre del peccato (il fondo scuro). Questa luce divina definisce l'ambiente e gli spazi e definisce melglio il pahtos caravaggesco. Se si guarda ora l'espressione di Paolo egli non è disperato, anzi, tende le braccia verso la luce, come se la fede avesse preso il posto della paura. Qui il Realismo irrompe con sua rudezza con il gioco di luci e ombre. Caravaggio dunque intuisce, vede e fotografa per la prima volta la realtà così come essa appare: non era mai capitato prima di allora.
Fuil precursore del Barocco italiano fatto di artisti in grado di dare forma a ciò che non può essere spiegato ma solo percepito. Il Barocco contrariamente al Rinascimento italiano dominato dall'equilibrio delle forme, sobrietà, proporzioni perfette, esaltazione della ragione rispetto ai sensi, è invece l'esaltazione dell'espressività, del dolore, delle emozioni incontrollate, della dinamicità della vita e teatralità delle forme.
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